Polaroid: il revival della fotografia in mostra a Roma

POLAROID, mostra alla Galleria Doozo, Roma

Tra i 16 e i 20.000 scatti unici della collezione Polaroid sono stati battuti all’asta da Sotheby’s il 21 e 22 giugno di quest’anno con una stima che oscilla tra gli 8 e 11 milioni di dollari. Robert Frank, Helmut Newton, Dorothea Lange, Chuck Close, Robert Rauschenberg, William Wegman, Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Ansel Adams e molti altri. Tutti insieme “appassionatamente” per risarcire i creditori della PBE Corporation. Ed il sogno di Edwin Land, fondatore nel 1937 della Polaroid Corporation, e successivamente grazie al suo Polaroid Artist Support Program della Polaroid Collection, progetto che prevedeva la fornitura agli artisti di fotocamere e materiali in cambio delle opere realizzate, scivola via, in modo immediato come è immediato lo stesso processo chimico della fotografia Polaroid.

Pubblicità di "The Impossible Project"

Ma, come si dice, “perdere una battaglia non vuol dire perdere la guerra”, ed anche se il digitale incombe prepotentemente sul mercato mondiale, Florian Kaps, André Bosman, Marwan Saba, con ex dipendenti Polaroid e l’aiuto di Ilford, hanno pensato di riportare in vita il sogno di Land: The Impossible Project. Si vuol evitare che 300.000.000 di macchinette Polaroids perfettamente funzionanti (tra cui ci includerei anche la mia) rimangano lì, sul mobiletto del soggiorno, in bella vista per farsi dire da qualche ospite amante della fotografia “no; anche tu hai la Polaroid! Peccato non si trovino più i rullini…”.

Andy Warhlol, Senza Titolo, color Polaroid, pezzo unico @Galleria Doozo

Da sempre la Polaroid è stata sinonimo di poesia. O almeno io la associo a questo. Perchè anche se le foto Polaroids sono appiattite, con la luce “sparata” e i colori accentuati, sono, appunto per questo, sempre vere. Perchè racchiudono l’istante, non quello di Cartier Bresson, assolutamente, non sia mai, ma l’istante della vita, del momento; del gruppo di amici che gioca a carte, della festa di compleanno a casa, dei primi passi di nostra cugina. Hanno un non so che di “familiarità” anche perchè, per le dimensioni e quindi da un punto di vista pratico, spesso le Polaroids sono state scattate tra le 4 mura casalinghe. Sono la “fotografia d’interni” per eccellenza. Una mostra a Roma celebra tutto questo. Alla Galleria Doozo, dall’11 novembre al 26 febbraio possiamo osservare POLAROID.

Mario Schifano, Senza Titolo, Anni '80-'90, color Polaroid, pezzo unico, @Galleria Doozo

Sono esposte Polaroids spesso inedite di artisti che hanno fatto, in un modo o nell’altro, la storia dell’arte contemporanea. Non tutti sanno che Andy Warhol utilizzò notevolmente l’apparecchio Polaroid. L’artista interveniva sulle foto con i pennarelli, come nella serie di Ladies and gentlemen, dove tutti i personaggi ritratti hanno subito un intervento grafico. Il suo equivalente italiano fu Mario Schifano, anche lui qui in mostra. Egli usava la Polaroid da una parte per fotografare la televisione e dall’altra per fotografare i corpi. Qui sono presenti entrambi gli espedienti.

Carlo Mollino, Senza Titolo, color Polaroid, anni '60, pezzo unico, @Galleria Doozo

Chi fin dagli anni ’30 ha rivolto la sua attenzione a cogliere il significato profondo dell’arte fotografica è Carlo Mollino. Le sue immagini più celebri presenti anche alla Galleria Doozo sono donne immortalate in ritratti, spesso in pose disincantate, non modelle professioniste, ma donne normali o addirittura prostitute prese dalla strada. Ed infine due caposaldi della fotografia giapponese: Yasuma Morimura e Nobuyoshi Araki. Stilisticamente differenti, Morimura è fotografo e modello al tempo stesso. Per i suoi autoritratti fonde antiche tecniche pittoriche con la tecnologia e il fotoritocco reinterpretando opere ed icone artistiche. Araki invece è matericamente poetico. I suoi bondage lo connotano verso un erotismo sofisticato. Il corpus fotografico in mostra rappresenta molto bene una piccolissima parte dei fotografi e artisti che hanno saputo utilizzare la Polaroid, donandole dignità e soprattutto connotazione artistica.

Yasuma Morimura, Autoritratto, color Polaroid, tra 1995 e 1996, pezzo unico, @Galleria Doozo

La fabbrica dell’Impossible Project oggi si trova nell’ex stabilimento Polaroid di Enschede. Dal suoi primi giorni questo imponente edificio bianco e nero a strisce è stato il cuore dell’impianto di produzione di film. I coloranti Polaroid non sono stati però più riproducibili quindi dall’aprile 2010 è stata creata la prima linea di un nuovo film in bianco e nero e nel luglio 2010 Impossible ha lanciato la prima edizione Flush di un nuovo film a colori. Incrociamo quindi le dita per il possibile (stavolta) revival dell’ever green fotografico anni ’60. Però intanto una mostra ci può consolare.




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