I primi 100 anni di Performance si festeggiano a Mosca

Garage Center for Contemporary Culture, Mosca

La Performance spegnerà le sue prime 100 candeline quest’anno in una delle sue patrie o meglio, in una delle nazioni con i performance artists contemporanei più prolifici. Parliamo della Russia ed in particolar modo di Mosca che nel Garage Center for Contemporary Culture ha iniziato i festeggiamenti con la mostra “100 anni di Performance” e dal 4 settembre ha aperto le danze con il primo International Performance Art Festival.

Yayoi Kusama e Yoko Ono “Flower Orgia” (1965), mostra “100 anni di Performance”, Mosca 2010

L’evento che terminerà il 14 settembre è curato da Klaus Biesenbach direttore del MoMA PS1 e curatore capo del Museum of Modern Art di New York e dalla studiosa di performance RoseLee Goldberg, direttore e curatore del Performa Festival di New York. Da una parte la mostra sulla storia della performance appare come un tentativo di storicizzazione del numeroso materiale documentario fatto di fotografie, video, audio, lettere, progetti che esplorano la storia della Performance Art degli ultimi cento anni: la retrospettiva comincia dal Manifesto futurista del 1909 fino agli artisti contemporanei come Yayoi Kusama e Yoko Ono “Flower Orgia” (1965), Francesco Alius “Quando la fede muove le montagne” (2002), Matthew Barney “Drawing Restraint” (2005).

Garage Center for Contemporary Culture

Dall’altra il Festival proporrà iterazione tra pubblico e artisti attraverso non solo le performance ma anche convegni e dibattiti sul tema. I 10 artisti scelti per rappresentare la performance “oggi” si esibiranno nell’arco di 10 giorni. Liza Morozova, artista moscovita già vista alla Biennale di Venezia nel 2005, darà il “la” all’evento con la sua opera “An Attempt to Escape Glamour” (Un tentativo di scappare dal Glamour) dove gli spettatori saranno accolti dagli abbracci di stupende modelle russe.

Elena Kovylina in "Vuoi un caffè?", 2010

Altri due artisti russi si alterneranno nelle giornate seguenti: Andrew Kuzkina “You’re alive – I’m alive”, Fedor Pavlov-Andreevich “EGOBOX”, Kelup Linzy “Sweet, Sampled and LeftOva”, Elena Kovylina “Would you like a cup of coffee? Or burn the world of the bourgeoisie “, Herman Vinogradov “Ognepis”, The Blue Noses ” 100 years of performance in 15 minuts ” e Group MISHMASH ” Volume of desire or different kinds of emptiness ” .

Francesco Vezzoli, Performance Art Festival, Mosca 2010

La manifestazione proseguirà coinvolgendo anche gli artisti newyorchesi Rashaad Newsome con “Compositions-sequence “e Aki Sakamoto in “The Line of Beuty”. Se quest’ultimo utilizzerà elementi organici come sangue e sudere Newsome utilizzerà l’asettica tecnologia del Nintendo Wii per creare un ibrido fatto di suono e immagine elettronica. Particolare appare invece il lavoro di Ryan McNamara che in “Corridors” ripercorrerà la storia di grandi performance artists come Bruce Nauman, Marina Abramović e Graciela Carnevale. L’italiano Francesco Vezzoli presenterà le sue performance iconiche nella galleria sud dell’edificio. Il pianoforte utilizzato è stato istituito Damien Hirst, e costumi per gli attori sono stati effettuati Miuccia Prada. Gli spettatori sono i principali invitati. Dall’opera di Elena Kovylina che in “Vuoi un caffè?” metterà in scena una festa a cui noi tutti siamo invitati all’opera di Andrei Kuzkin che assumerà il ruolo di un avatar che chiunque potrà comandare a distanza. Cosa dire? Non ci resta che rispondere all’invito.




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