Fondazione Trussardi: una mostra ne celebra i primi cento anni.

Tacita Dean, Still Life, 2009

E’ il 1963. Federico Fellini firma uno dei capolavori del cinema italiano: 8½. Tu saresti capace di piantare tutto e di ricominciare la vita daccapo? Di scegliere una cosa, una cosa sola e di essere fedele a quella, riuscire a farla diventare la ragione della tua vita, una cosa che raccolga tutto, che diventi tutto proprio perché è la tua fedeltà che te la fa diventare infinita? Ne saresti capace? Ve lo ricordate?

Martin Credd, EVERYTHING IS GOING TO BE ALRIGHT, 2006

Bene, la domanda non sorge “casuale”, anzi. La si potrebbe porre a una della maison più affermate sulla scena italiana che proprio in questi giorni, dall’11 gennaio, durante la “kermesse” del Pitti Immagine Uomo 79, celebra i suoi primi cento anni. Parliamo del Gruppo Trussardi che presenta sulla scena una mostra dal titolo proprio 8½ a cura di Massimiliano Gioni e realizzata in collaborazione con la Fondazione Pitti Discovery. Non tutti sanno che dal 2003 ad oggi la Fondazione Nicola Trussardi ha dedicato a Milano delle personali ad artisti di fama internazionale. Ad oggi il gruppo dei 13, perché sono appunto 13 gli artisti riuniti negli spazi della Stazione Leopolda, rappresentano un attento sguardo sul percorso che sta seguendo, più o meno chiaramente, l’arte contemporanea degli ultimi anni.

Michael Elmgreen & Ingar Dragset, SHORT CUT, 2003

Everything is going to be alright. Titolo della celebre opera dall’intuito minimalista e concettuale di Martin Creed potrebbe essere il nuovo slogan, se così possiamo dire, della maison Trussardi. La troviamo lì, luccicante, sull’entrata della stazione Leopolda. Da qui entriamo nel bel mezzo del sogno onirico ispirato all’opera felliniana. Si perché gli artisti proposti evocano tutto per immagini. Ci parlano, ci fanno intuire la loro visione del contemporaneo. E troviamo linguaggi differenti come l’utilizzo e lo sperimentalismo del video e della fotografia di Anri Sala, il paesaggio tipicamente neo-romantico inglese di un artista come Darren Almond.

Maurizio Cattelan, We, 2010

Ma anche qualcuno di più “sovversivo” come la roulotte di Elmgreen & Dragse che sbuca o affonda dal terreno oppure i frame di un film con come protagonisti un orso e un ratto, di Fischli e Weiss, realizzato a Palazzo Litta durante la grande retrospettiva del duo svizzero. Il surrealismo è assolutamente ben rappresentato da John Bock come l’assurdo e l’inquietante è ben declinato da Paola Pivi.

Pawel Althamer, Balloon (Pallone), 2007

La scultura, più postmoderna che pop, è  rappresentata da Paul McCarthy e da Maurizio Cattelan di cui viene presentata in anteprima un’opera. Di altra visione è Urs Fischer che adopera i più diversi materiali d’uso e li trasforma in sculture. In tutto ciò il gigantesco autoritratto del polacco Pawel Althamer fatto con un pallone aerostatico lungo oltre 20 metri “svolazza” come un carro versiliano. Totalmente differente è la sublime Tacita Dean: film poetici e visionari. Promotore e divulgatore dell’arte in ogni sua forma, dal design, alla moda alla pittura, la Fondazione Trussardi si pone come “accento” del made in Italy. Allora, Everything’s gonna be alright. Nei secoli dei secoli, Trussardi.




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