Il “Sacrilegio” di Francesco Vezzoli alla Gagosian Gallery di New York

Francesco Vezzoli, Selfportrait with Vera Lehndorff as Veruschkas, 2001

Claudia Schiffer, Tatjana Patitz, Linda Evangelista, Stephanie Seymour, Kim Alexis: anche l’arte ha le sue ossessioni, o meglio, le sue manomissioni. Il made in Italy firmato Francesco Vezzoli è approdato alla Gagosian Gallery di New York, che dal 5 febbraio al 12 marzo 2011 ospiterà la prima personale dell’artista bresciano dall’esemplificativo titolo Sacrilegio.

Francesco Vezzoli, Crying Portrait of Kim Alexis As A Renaissance Madonna With Holy Child (after Giovanni Bellini), 2010

Perché è proprio un sacrilegio quello che lo spettatore si troverà davanti, quando entrando nello spazio espositivo trasformato in una cappella rinascimentale, si confronterà con le icone della divinità moderna. More, bionde, rosse; bellissime, seducenti, affascinanti, le top model che tutti conosciamo e ammiriamo prestano il loro volto alle reinterpretazioni pop delle venerate e osannate Madonne con bambino di Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli. Che si tratti, forse, di un nuovo culto? Assolutamente no. Attraverso lo slittamento di linguaggio e di senso, che ne contraddistingue l’operato artistico, Francesco Vezzoli, ha letteralmente santificato la bellezza e l’appariscenza; i vagheggiati e idolatrati stereotipi della cultura mass mediatica, esaltando, inoltre, l’immagine di un certo tipo di identità o di sessualità così, metaforicamente, rappresentato dalle modelle – madonne truccate e tatuate.

Francesco Vezzoli, Madonna with Embroidering Child, 2010

Non mancheranno le grandi lacrime: gli interventi effettuati con ago e filo che non solo denotano la cifra tecnica dell’artista italiano, ma col particolare legame “ricamo-divismo”, immettono in ambito pubblico la fragilità privata; la disperazione di un’identità che si sente costretta in un ruolo non suo. “Viviamo in una società che mediaticamente ci condanna, afferma l’artista, se non puoi tenere pulito il tuo hortus, l’arma è la contaminazione sarcastica delle valenze tra loro più assurdamente in contrasto”. Nella costituzione di ruoli come maschere dell’Io l’innocente bellezza, come la realizzazione di un’opera sacra, è, così, trasformata in una vera e propria icona del moderno immaginario collettivo. E Francesco Vezzoli è l’homo faber, l’artefice che, nella video installazione Madonna with Embroidering Child, dedicata alla Madonna con bambino scrivente di Pinturicchio, rappresenta in termini autobiografici una disarmante meditazione sulla madre, l’artista e la storia della creatività artistica. Nella cripta della memoria, realizzata appositamente per, ciò che si palesa è il mondo nostalgico della spensierata anonimia perduta, dopo l’avvento della popolarità. “Tutto ciò che non sei non rappresenti”.

Francesco Vezzoli, Performance Art Festival, Mosca 2010




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