EDITORIALE


“2012 : Il Mondo o cambia o finisce”

 

Carissimi lettori,

 

Entriamo in un anno , il 2012, con tanti problemi irrisolti, alcuni aggravati dalla crisi perdurante e da un certo senso di pessimismo cosmico che ci pervade, alimentato da molti fattori tra cui  anche la ormai famosa profezia Maya sulla fine dell’Età dell’Oro, ovvero, la fine del Mondo il 21 dicembre di quest’anno.

Beh se riusciamo a non pensare alle tasse della manovra finanziaria, ai mercati finanziari che traballano, al costo del denaro che sale (mentre dovrebbe diminuire), al caro benzina e al precariato sempre più diffuso, ci potremmo anche concentrare sulla diminuzione del magnetismo terrestre o inversione dei poli ed eventuali conseguenze catastrofiche da fine del Mondo.

Sinceramente faccio fatica ad arrivare fin li. Mi fermo prima, alla sottile angoscia che mi trasmette la nostra società, che, con i suoi problemi, in questi ultimi tempi mi sembra essere sempre più “consumata” che “consumistica”.

La crisi c’è.  E non è solo economica, è una crisi di valori.

Conosciamo il prezzo di qualsiasi cosa è non riconosciamo più il valore delle cose nelle nostre vite. Visioni miopi ed egoistiche a tutti i livelli ci stanno trascinando in una degenerazione generale, con crescente senso di disagio, di smarrimento individuale.

Immagino dipenda dalla perdita di una coscienza collettiva. Da una parte non riteniamo che i nostri comportamenti singoli possano influenzare la società, e quindi non ce ne preoccupiamo, e dall’altra ci sentiamo soli e vulnerabili perché la società, gli altri, non ci tutelano. Ma noi siamo gli altri.

A volte mi chiedo che fare , per migliorare le cose ed invertire, se non l’asse terrestre , il trend negativo.

Non pretendiamo che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi può essere una grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.

La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.

Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.

Finia­mola una volta per tutte con l’unica crisi peri­co­losa che è la tra­ge­dia di non voler lot­tare per superarla”.

Sono parole di grande attualità, impegno, di forte ottimismo e realismo.

Sono parole scritte 80 anni fa da Albert Eistein, nel suo Mein Wet­bild (Il mondo come io lo vedo). La crisi del 1929 aveva appena squassato l’economia occidentale.

Quindi cari lettori, rimbocchiamoci le maniche, partiamo da dentro noi stessi e, come disse il celebre scienziato tedesco, “non cerchiamo di essere persone di successo, ma piuttosto persone di valore.

Buon 2012 a tutti voi.

 

Davide G. Porro

Direttore Responsabile



 

 

 


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