Cracovia : capodanno nella città che sconfisse il drago

La Piazza del Mercato Natalizio a Cracovia - ph: Paul de Grauve Communication

Passare un capodanno in una delle capitali europee è da diversi anni una consuetudine per molti. Esaurite le grandi metropoli, globalizzate, chi è alla ricerca di atmosfere e luoghi un po’ meno sfruttati potrà passare l’ultima notte dell’anno guardando lo spettacolo di fuochi pirotecnici dalla Rynek Glowny (piazza centrale) di Cracovia subito dopo aver assistito al concerto della popstar  americana Kelis.

Cracovia - ph: Paul de Grauve Communication

Cracovia è la più importante città polacca per conservazione storica delle proprie architetture. Sopravvissuta alle devastazioni della seconda guerra mondiale che non hanno risparmiato per esempio la moderna capitale Varsavia, Cracovia oggi è una finestra sulla storia del Nord Europa. Passeggiare sotto la neve per il mercatino di Natale, all’ombra delle torri della chiesa di Santa Maria è come camminare in un quadro fiammingo. L’atmosfera ovattata e al tempo stesso la citalità delle persone, turisti e giovani per primi, rende una visita alla città vecchia di Cracovia (Stare Miasto) un viaggio senza tempo.

Castello a Cracovia - ph: Paul de Grauve Communication

Intorno alla città vecchia corre un parco largo circa 100 metri, dove la gente si ritrova a chiacchierare, passeggiare o fare movimento all’aria aperta. In inverno l’atmosfera del parco Planty , illuminata dai lampioni è molto affascinante.

Potrete gustare il grzaniec (gsgianiez) ovvero il vino caldo condito con chiodi di garofano e scorza d’arancia, mentre passeggiate mangiando ciambelle dolci o salate.

Cracovia - ph: Paul de Grauve Communication

Se vi trovate nei pressi della piazza principale e ad un tratto sentite suonare un trombettista, vuol dire che è scoccata un’altra ora. E’ il Hejnal (heinau) la “chiamata a raccolta” che viene eseguita ogni ora dalla torre più alta della chiesa di Santa Maria di Cracovia, questo perchè La breve melodia ricorda quella che nel 1241 cercò di suonare la sentinella di allora per avvisare dell’imminente invasione da parte dei Tatari. Gli assalitori furono più veloci ed una freccia trafisse la gola della sentinella sin dalle prime note, ragione per cui l’attuale trombettiere interrompe ancora oggi la melodia nel bel mezzo di una battuta.

Castello a Cracovia – ph: Paul de Grauve Communication

La classica visita di tre giorni a Cracovia non può prescindere dalla visita al Castello (Wawel), al quartiere ebraico o all’enorme centro commerciale Galeria Krakowska. Se avete tempo potete farvi un giro nel socialismo democratico anni 50 del quartiere Nowa Huta, un concentrato di stile architettonico e pensiero urbanistico tipico del periodo Comunista, dove acciaierie e abitazioni dovevano essere da modello del sistema polacco nel mondo.
Prima della Seconda Guerra Mondiale, Cracovia aveva il quarto gruppo ebreo più grande in Polonia: 65 000 ebrei che a Cracovia rappresentavano il 25% dei residenti della città. La maggior parte stavano a Kazimierz, originariamente una città separata, che divenne parte di Cracovia all’inizio del XIX° sec. Ora il quartiere è un fiorire di locali frequentati dalla gioventù polacca e dagli artisti della città. Se volete prendervi un aperitivo in un ambiente caldo e cosmopolita, Kazimierz è il posto giusto.

Gioielli in Ambra nelle vetrine di Cracovia

Un mito del folklore polacco è rappresentato dal Drago della città di Cracovia. Si narra che anticamente, presso il fiume Vistola, ai piedi della collina Wavel, sorgeva un piccolo villaggio di agricoltori. La piccola collina (ancora oggi visibile a Cracovia) ospitava una caverna dove, secondo la leggenda, viveva un feroce drago addormentato. Non vi sveliamo tutta la storia ma eroe di questa storia è un intelligente calzolaio di nome Krakus, che con il suo genio riuscì a sconfiggere il drago e a divenire capo del villaggio. Lungo la storia il villaggio divenne una bellissima città, che si sviluppò nei secoli sotto il nome di Cracovia. Ancora oggi è possibile visitare la caverna del drago nella collina che in polacco viene chiamata Smocza Jama (smocia iama) e la tomba del giovane Krakus.

Vetrine moda centro commerciale a Cracovia – ph: Paul de Grauve Communication

La Polonia è un paese all’avanguardia, con eccellenti tassi di crescita e sviluppo e molti marchi internazionali hanno naturalmente aperto in questo paese. C’è persino Starbucks. I prezzi sono ancora in Zloty (sluoti) e un risparmio di minimo il 20% sui prezzi dell’abbigliamento italiano è assicurato, e se comprerete brand polacchi, troverete qualità a prezzo convenientissimo. Resterete impressionati dalla grande quantità di esercizi commerciali nella Galeria Krakowska, una delle più grandi della città , con oltre 250 negozi, disposti su tre livelli per 60.000 mq di design architettonico. Nulla da invidiare se non addirittura superiore alle Gallerie sparse per le capitali europee.

Chi ama i gioielli fatti con l’ambra , troverà numerose proposte in città.

Impossibile non ricordare che Cracovia è la città dalle tante chiese e che è stata la città in cui ha vissuto uno dei papi della cristianità più amato, Karol Wojtyla, ovvero Papa Giovanni Paolo II.

La tradizione nelle vetrine di Cracovia

Ottima ristorazione al prezzo conveniente come in nessun altro paese della Comunità Europea, tanto per darvi una idea, una birra media in un locale vi costa 1,50 euro. Al prezzo di una pizza e Coca Cola, qui si pranza in due.

Volare a Kracovia dall’Italia è possibile con le compagnie di bandiera Lot e Alitalia, ma anche KlM e Lufthansa. Ovviamente se volete arrivarci con poche decine di euro, il volo low cost è d’obbligo ed allora dovrete rivolgervi a Ryanair,  Wizzair o Austrian Airlines. Un taxi dall’aeroporto Giovanni Paolo II vi costerà circa 15/20 (70/90 zloti) euro ma con un moderno treno a circa due euro sarete in centro della città in 20 minuti.

Non vi resta che informarvi sulle promozioni e le iniziative culturali, e se siete ancora studenti, la città diventa imbattibile.

Milej Podrozy (miui produsgie) … Buon viaggio.

Natale a Cracovia - ph: Paul de Grauve Communication




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