40 anni di moda, un esordio e un mito tra le pagine di questa estate.

40 anni, un traguardo importante, non solo anagraficamente parlando! 40 di carriera, 40 compie la Maison Roberto Cavalli che vengono festeggiati con la pubblicazione di un libro composto di 200 pagine e con la creazione di un nuovo sito internet ed un nuovo logo, “40” appunto, composto graficamente in modo da formare il simbolo della dea greca dell’amore Afrodite.

Le immagini raccontano, tramite gli scatti di Mert Alas e Marcus Piggott, sotto la direzione creativa di Fabien Baron, la sensualità di un brand che ha origine nel 1970 a Parigi, di uno stile unico, eccentrico e provocatorio; da sempre in costante evoluzione la Maison fiorentina è interpretata dalle donne più belle del mondo della moda, da Jennifer Lopez a Cindy Crawford, da Heidi Klum e Gisele Bündchen, da Natasha Poly a Mariacarla Boscono, a partire dai primi jeans fino ai meravigliosi abiti da sera.

Una straordinaria avventura di un brand italiano che, con le sue scelte spesso trasgressive e con i suoi inconfondibili leitmotiv, ha segnato la storia della moda internazionale.

Nel suo romanzo d’esordio, Silvia Avallone, con Acciaio, racconta una periferia che non sembra avere rappresentazione pubblica, un’Italia alla ricerca di un’identità e di un futuro che paiono orizzonti lontanissimi, irraggiungibili come l’isola d’Elba, bellissima e a poche miglia di mare: un paradiso a portata di mano che resta però inaccessibile. Anna e Francesca, adolescenti bellissime ed irriverenti, una mora l’altra bionda, vivono nei casermoni di cemento costruiti negli anni Settanta dalla Lucchini S.p.a., la grande acciaieria che ancora oggi dà pane e preoccupazione a tutta Piombino. Le due ragazze sono inseparabili, ma quando Anna scopre l’amore e il sesso con Mattia, qualcosa si rompe tra le due, che verranno risucchiate nelle loro storie private, sole davanti a genitori buoni a nulla o assenti o violenti, e si riabbracceranno solo quando la vita le sottoporrà alle prove più crudeli.

Chi era veramente Norma Jeane Baker, in arte Marilyn Monroe? Parte del mistero viene rivelato nella sua prima autobiografia, scritta dall’attrice in collaborazione con Ben Hecht ne “La mia storia”, che dopo più di trent’anni viene finalmente tradotta anche in italiano. Era il 1954 quando l’agente di Marilyn, Charles Feldman, contattò lo sceneggiatore Ben Hecht perché facesse da ghost writer alla sua star e ne scrivesse l’autobiografia; egli accettò e per alcune settimane si sedette allo stesso tavolo con la donna più desiderata dagli americani (e non solo) per ascoltare i dettagli sulla sua infanzia e sulla sua vita da star. Nonostante il calore della confessione dell’attrice, qualcosa andò storto: al momento di pubblicare l’autobiografia, né Marilyn né il suo ghost writer vollero assumersi la paternità dello scritto; il volume rimase impubblicato fino al 1974, e solo nel 2000 uscì con la firma del suo vero autore.




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